magazzine
mercoledì 5 settembre 2012
piccola storia
Un giorno un uomo per caso si fermò ad osservare un piccolo foro in un bozzolo; vide una farfalla che si sforzava di uscire da un piccolo buco.
Dopo molto
tempo, sembrava si fosse arresa, mentre il buco appariva essere della stessa
dimensione. Sembrava ormai che essa avesse fatto tutto quello che poteva e non
le restassero altre possibilità di uscire dal bozzolo.
Allora
l'uomo decise di aiutare la farfalla: prese un temperino, aprì il bozzolo
permettendo alla farfalla di uscire immediatamente.
Il suo
corpo però era piccolo e rattrappito e le sue ali si muovevano a stento.
L'uomo
continuava ad osservare con attenzione, perchè sperava che da un momento
all'altro le ali della farfalla si sarebbero aperte, ed avrebbe potuto
cominciare a volare...
...ma
non successe nulla di tutto questo, in quanto la farfalla passò il resto della
sua vita a trascinarsi per terra, con un corpo rattrappito e le ali poco
sviluppate. Così non riuscì mai a volare.
Ciò che
quell'uomo non aveva capito, nonostante la sua gentilezza, era che lo sforzo
per uscire dallo stretto buco del bozzolo è indispensabile alla farfalla,
affinché possa trasmettere il fluido dal suo corpo alle sue ali. La natura le
aveva assegnato questa forma, per potersi sviluppare.
Molte
volte gli sforzi che dobbiamo fare, rappresentano esattamente ciò che è
necessario affrontare per affermarci nella nostra esistenza. Se non
incontrassimo ostacoli, non avremmo la possibilità di diventare forti come
invece siamo e non potremmo mai volare, proprio come quella farfalla.
sabato 23 giugno 2012
una splendida poesia di Martha Medeiros
magazzine Ode
alla vita
Lentamente
muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo
ogni giorno gli stessi percorsi,
chi
non cambia la marcia,
chi
non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi
non parla a chi non conosce.
Muore
lentamente chi evita una passione,
chi
preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un
insieme di emozioni,
proprio
quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle
che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle
che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente
muore chi non capovolge il tavolo,
chi
e' infelice sul lavoro,
chi
non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi
non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi
non legge,
chi
non ascolta musica,
chi
non trova grazia in se stesso.
Muore
lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi
non si lascia aiutare;
chi
passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia
incessante.
Lentamente
muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi
non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi
non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo
la morte a piccole dosi,
ricordando
sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice
fatto di respirare.
Soltanto
l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
venerdì 22 giugno 2012
poesia A.Merini
domenica 10 giugno 2012
il gattopardo
magazzine Il
Gattopardo
Questo è un famoso brano del libro Il
Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa,
ambientato nel 1860, al tempo dell’unificazione dell’Italia. E’ il dialogo tra
il protagonista, il nobile Don Fabrizio principe di Salina, e il nipote
Tancredi: quest’ultimo, arruolatosi con Garibaldi, con la sua celebre frase “Se
vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, esprime la
convinzione che per i nobili è molto meglio appoggiare la monarchia dei Savoia
e cacciare i Borbone ormai sconfitti che rischiare l’avvento di una repubblica.
Col tempo, la frase è diventata un motto molto citato.
Il
Gattopardo, film di Luchino Visconti
La mattina dopo il sole illuminò un Principe rinfrancato.
Aveva preso il caffè ed in veste da camera rossa fiorata di nero si faceva
la barba dinanzi allo specchietto. Bendicò[1] posava il testone pesante
sulla sua pantofola. Mentre si radeva la guancia destra
vide nello specchio, dietro la sua, la faccia di un giovanotto,
un volto magro, distinto, con un’espressione di timorosa beffa. Non si voltò e
continuò a radersi. – Tancredi, cosa hai combinato la notte scorsa? – Buon
giorno, zio. Cosa ho combinato? Niente di niente: sono stato con gli
amici. Una notte santa. Non comecerte conoscenze mie che
sono state a divertirsi a Palermo. – Don Fabrizio si applicò a radere bene quel
tratto di pelle difficoltoso fra labbro e mento. La voce leggermente
nasale del ragazzo portava una tale carica di brio giovanile che era
impossibile arrabbiarsi; sorprendersi, però, poteva forse esser lecito.
Si voltò e con l’asciugamano sotto il mento guardò il nipote. Questi era in
tenuta da caccia, giubba attillata e gambaletti alti. – E chi erano queste
conoscenze, si può sapere? – Tu, zione, tu. Ti ho visto con questi occhi, al
posto di blocco di Villa Airoldi mentre parlavi col sergente. Belle
cose, alla tua età! e in compagnia di un Reverendissimo! I ruderi libertini! –
Era davvero troppo insolente, credeva di poter permettersi tutto. Attraverso le strette
fessure delle palpebre gli occhi azzurro-torbido, gli occhi di sua madre, i
suoi stessi occhi lo fissavano ridenti. Il Principe si sentì offeso: questo qui
veramente non sapeva a che punto fermarsi, ma non aveva l’animo di
rimproverarlo; del resto aveva ragione lui. – Ma perché sei vestito così? Cosa
c’è? Un ballo in maschera di mattina? – Il ragazzo divenne serio: il
suo volto triangolare assunse una inaspettata espressione virile. – Parto,
zione, parto fra mezz’ora. Sono venuto a salutarti. – Il povero Salina si sentì
stringere il cuore. – Un duello? – Un grande duello, zio. Contro
Franceschiello Dio Guardi[2]. Vado nelle montagne, a Corleone; non lo dire a
nessuno, soprattutto non a Paolo[3]. Si preparano grandi cose, zione, ed io non voglio
restarmene a casa, dove, del resto, mi acchiapperebberosubito,
se vi restassi. – Il Principe ebbe una delle sue visioni improvvise: una
crudele scena di guerriglia, schioppettate nei boschi, ed il suo Tancredi per
terra, sbudellato come quel disgraziato soldato. – Sei pazzo,
figlio mio! Andare a mettersi con quella gente! Sono tutti mafiosi e
imbroglioni. Un Falconeri[4] dev’essere con noi, per il Re. – Gli occhi ripresero
a sorridere. – Per il Re, certo, ma per quale Re? – Il ragazzo ebbe una delle
sue crisi di serietà che lo rendevano impenetrabile e caro. – Se non ci siamo
anche noi, quelli ti combinano la repubblica. Se vogliamo che tutto rimanga
come è, bisogna che tutto cambi. Mi sono spiegato? – Abbracciò lo zio un po’. –
Arrivederci a presto. Ritornerò col tricolore. – La retorica degli
amici aveva stinto un po’ anche su suo nipote; eppure no. Nella voce nasale vi
era un accento che smentiva l’enfasi. Che ragazzo! Le sciocchezze e nello
stesso tempo il diniego delle sciocchezze. E quel suo Paolo che in questo momento
stava certo a sorvegliare la digestione di “Guiscardo!”[5]. Questo era il
figlio suo vero. Don Fabrizio si alzò in fretta, si strappò l’asciugamani dal
collo, frugò in un cassetto. – Tancredi, Tancredi, aspetta – corse dietro al
nipote, gli mise in tasca un rotolino di «onze»[6] d’oro, gli premette laspalla. Quello rideva: –
Sussidi la rivoluzione, adesso! Ma grazie, zione, a presto; e tanti abbracci
alla zia. – E si precipitò giù per le scale
Il blog di tryggiu .cose di tutti i giorni,Questo forum non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/08/2001. Tutte le immagini, audio e video di questo sono prese qua e la da internet, se qualcuna violasse i diritti di copyright, contattateci..Tutto ciò che queste pagine riportano appartiene a colui che ha le ha scritte, salvo ove diversamente indicato.Grazie.
magazzine
venerdì 8 giugno 2012
farfalla azzurra
magazzine farfalla azzurra
Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d’un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.
Herman Hesse
Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d’un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.
sabato 2 giugno 2012
domenica 27 maggio 2012
mi piace...
magazzine
LE 9 PAROLE PIU’ USATE DALLE DONNE!!! ;)))
1) BENE : questa e’ la parola che usano le donne per terminare una discussione quando hanno ragione e tu devi stare zitto.
2) 5 MINUTI : se la donna si sta vestendo significa almeno mezz’ora. 5 minuti e’ solo 5 minuti se ti ha appena dato 5 minuti per guardare la partita prima di aiutarla a pulire in casa.
3) NIENTE : La calma prima della tempesta. Vuol dire qualcosa… e dovreste stare all’erta. Discussioni che cominciano con niente normalmente finiscono in BENE.
4) FAI PURE : e’ una sfida, non un permesso. Non lo fare.
5) SOSPIRONE : e’come una parola, ma un’affermazione non verbale per cui spesso è fraintesa dagli uomini. Un sospirone significa che lei pensa che sei un’idiota e si chiede perché stia perdendo il suo tempo li’ davanti a te a discutere di niente (torna al punto 3 per il significato della parole niente ).
6) OK : Questa e’ una delle parole più pericolose che una donna può dire a un uomo. Significa che ha bisogno di pensare a lungo prima di decidere come e quando fartela pagare.
7) GRAZIE : Una donna ti ringrazia; non fare domande o non svenire; vuole solo ringraziarti (vorrei qui aggiungere una piccola clausola: e’ vero a meno che non dica ‘grazie mille’ che e’ PURO sarcasmo e non ti sta ringraziando. NON RISPONDERE non c’e’ di che, perché cio’ porterebbe a un:
quello che vuoi.
quello che vuoi.
QUELLO CHE VUOI : e’ il modo della donna per dire vai a fare in ***o.
9) NON TI PREOCCUPARE FACCIO IO : un’altra affermazione pericolosa; significa che una donna ha chiesto a un uomo di fare qualcosa svariate volte ma adesso lo sta facendo lei. Questo porterà l’uomo a chiedere: ‘Cosa c’e’
che non va?’
che non va?’
Per la riposta della donna fai riferimento al punto 3
lunedì 21 maggio 2012
lunedì 14 maggio 2012
magazzine
la voglia furiosa di realizzarne qualcuno.
la voglia furiosa di realizzarne qualcuno.
Vi auguro di amare ciò che si deve amare
e di dimenticare ciò che si deve dimenticare.
Vi auguro passioni
Vi auguro silenzi
Vi auguro il canto degli uccelli al risveglio
e risate di bambini
Vi auguro di resistere all’affondamento,
all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto di essere voi stessi (Jacques Brel)
e di dimenticare ciò che si deve dimenticare.
Vi auguro passioni
Vi auguro silenzi
Vi auguro il canto degli uccelli al risveglio
e risate di bambini
Vi auguro di resistere all’affondamento,
all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto di essere voi stessi (Jacques Brel)
sabato 12 maggio 2012
il blog di tryggiu
viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/08/2001. Tutte le immagini, audio e video di questo sono prese qua e la da internet, se qualcuna violasse i diritti di copyright, contattateci..Tutto ciò che queste pagine riportano appartiene a colui che ha le ha scritte, salvo ove diversamente indicato.Grazie.
venerdì 11 maggio 2012
riflessioni ...
magazzin
Ti criticheranno sempre ( Charlie Chaplin )
Ti criticheranno sempre ( Charlie Chaplin )
C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino,
decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese la gente commentava:guardate quel ragazzo quanto è maleducato,
lui sull'asino e i poveri genitori già anziani che lo tirano!
Allora la moglie disse a suo marito:non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio!
Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.
Arrivati al secondo paese la gente mormorava:guardate che svergognato quel tipo,
lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino mentre lui vi sta comodamente in groppa!
Allora presero la decisione di far salire la moglie,
mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava:povero uomo dopo aver lavorato tutto il giorno lascia che la moglie salga sull'asino e povero figlio chissà cosa lo aspetta con una madre del genere!
Allora si misero d'accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull'asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo ascoltarono cosa diceva la gente del paese:sono delle bestie,
più bestie dell'asino che li porta, gli spaccheranno la schiena!
Alla fine decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino.
Ma passando per il paese seguente non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo:
guarda quei tre idioti camminano anche se hanno un asino che potrebbe portarli!
Conclusione:
Ti criticheranno sempre parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei!
Quindi:
Vivi come credi.
Fai cosa ti dice il cuore,
fai ciò che vuoi,
la vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali.
Canta ridi balla ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita,
prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese la gente commentava:guardate quel ragazzo quanto è maleducato,
lui sull'asino e i poveri genitori già anziani che lo tirano!
Allora la moglie disse a suo marito:non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio!
Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.
Arrivati al secondo paese la gente mormorava:guardate che svergognato quel tipo,
lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino mentre lui vi sta comodamente in groppa!
Allora presero la decisione di far salire la moglie,
mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava:povero uomo dopo aver lavorato tutto il giorno lascia che la moglie salga sull'asino e povero figlio chissà cosa lo aspetta con una madre del genere!
Allora si misero d'accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull'asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo ascoltarono cosa diceva la gente del paese:sono delle bestie,
più bestie dell'asino che li porta, gli spaccheranno la schiena!
Alla fine decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino.
Ma passando per il paese seguente non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo:
guarda quei tre idioti camminano anche se hanno un asino che potrebbe portarli!
Conclusione:
Ti criticheranno sempre parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei!
Quindi:
Vivi come credi.
Fai cosa ti dice il cuore,
fai ciò che vuoi,
la vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali.
Canta ridi balla ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita,
prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
charlie chaplin
magazzine
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità. Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa! LA VITA È TROPPO BELLA per essere insignificante!
Charlie Chaplin
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità. Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa! LA VITA È TROPPO BELLA per essere insignificante!
Charlie Chaplin
magazzine
ma in ciò che riesci ad amare di ciò che fai;
puoi fare tante cose, ma se non riesci ad amarle,
il tuo fare non serve a nulla.
Il valore della tua vita non sta in ciò che hai,
ma in ciò che sei;
poiché in realtà nessuno possiede niente.
Se ami e rispetti te stesso, hai tutto ciò che ti serve
e la tua vita vale più del mondo
Omar Falworth
Il valore della vita non sta in ciò che fai,
ma in ciò che riesci ad amare di ciò che fai;
puoi fare tante cose, ma se non riesci ad amarle,
il tuo fare non serve a nulla.
Il valore della tua vita non sta in ciò che hai,
ma in ciò che sei;
poiché in realtà nessuno possiede niente.
Se ami e rispetti te stesso, hai tutto ciò che ti serve
e la tua vita vale più del mondo
Omar Falworth
lunedì 7 maggio 2012
storie di vittime dimenticate delle forze dell'ordine
Stanno in prima linea ,ma nessuno li nota .Combattono e cadono ,in silenzio,senza fare troppo rumore.Carabinieri ,poliziotti,finanzieri:uomini invisibili che vestono orgogliosi una divisa e hanno il vizio di credere nella legge .E che un giorno qualcuno buca come un biglietto di sola andata .Restano i loro nomi ,sconosciuti ai più ,verdi di muffa su lapidi ridotte ad arredo urbano .Ma se ci si ferma a domandarsi chi erano veramente si scopre un'altra storia nella storia d'Italia .Claudio che una sera autobus ,una in cui è fuori servizio ,riconosce una terrorista e tenta di arrestarla .Roberto che fa la scorta a un testardo commissario antimafia in una Palermo bollente.
Francesco che insegue uno spacciatore lungo i binari in una notte d'inverno .Ma anche Ciro,Giuseppe,Otello,ragazzi in divisa per sfuggire alla disoccupazione e costruirsi un futuro ,o solo per naja.DIVISE FORATE è anche un indagine tra genitori che combattono per la verità ,fratelli che seguono le orme dei caduti ,vedove e figli che non si piegano alla fatalità, ,alle ingiustizie ,all'ipocrisia
di condoglianze su carta bollata . Perchè quegli uomini tornino a essere visti.
dal libro ''DIVISE FORATE''
di Alessandro Placidi (Roma1966)
ha lavorato in ogni ambito dell'informazione,dalle agenzie alla carta stampata ,passando per la televisione e i siti internet .dal 2004 si occupa di politica interna ,come inviato e video reporter per un'agenzia giornalistica .Ama definirsi <cronista da marciapiede>.
domenica 6 maggio 2012
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