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martedì 9 ottobre 2012
sabato 6 ottobre 2012
cosa amo quando amo...
Cosa amo, quando amo il mio Dio
- Sant'Agostino
Ciò che sento in modo certo, Signore, è che ti
amo
.Folgorato al cuore da te mediante la tua
parola, ti amai,
e anche il cielo e la terra e tutte le cose in
essa contenute,
ecco, da ogni parte mi dicono di amarti.
Ma che amo, quando amo te?
Non una bellezza corporea, né una grazia
temporale: non lo splendore della luce, così caro a questi miei occhi, non le
dolci melodie delle cantilene d'ogni tono, non la fragranza dei fiori, degli
unguenti e degli aromi, non la manna e il miele, non le membra accette agli
amplessi della carne.
Nulla di tutto ciò amo, quando amo il mio Dio.
Eppure amo una sorta di luce e voce e odore e
cibo e amplesso nell'amare il mio Dio: la luce, la voce, l'odore, il cibo,
l'amplesso dell'uomo interiore che è in me, ove splende alla mia anima una luce
non avvolta dallo spazio, ove risuona una voce non travolta dal tempo, ove
olezza un profumo non disperso dal vento, ove è colto un sapore non attenuato
dalla voracità, dove si annoda una stretta non interrotta dalla sazietà.
Questo quando, amo il mio Dio.
(Sant’Agostino)
Confessioni X, 6,8
magazzineLa scena del Tolle lege nel giardino di Milano
BEATO ANGELICO - 1440 - 1445
Cherbourg, Francia, Museo des Beaux Arts
Bellissima questa scena della scuola dell'Angelico che descrive il momento cruciale in cui Agostino ode la voce nel giardino che lo richiama ad una vera e autentica conversione. E' la scena del Tolle lege che si svolge nella casa di Milano. Il racconto pittorico tuttavia unisce più episodi che in realtà si svolsero in tempi diversi. Sulla destra in alto si intravede un eremita (introdotto anche a Carlisle ) che si affaccia da una spelonca: è Simpliciano, che parlando con Agostino, lo ha educato alla lettura dei neoplatonici. Sulla sinistra c'è invece Alipio che osserva pensoso la scena che vede coinvolto il giovane Agostino che se ne sta seduto con la faccia fra le mani ai piedi di un fico. La struttura della scena è potente e crea un pathos palpabile che coinvolge assieme ai protagonisti dell'episodio narrato
la casa della mia anima
La casa della mia anima - Sant'Agostino
Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala dunque;
è in rovina: restaurala;
alcune
cose contiene, che possono offendere la tua vista, lo ammetto e ne sono
consapevole: ma chi potrà purificarla, a chi griderò, se non a te:
"Purificami, Signore, dalle mie brutture ignote a me stesso, risparmia
al tuo servo le brutture degli altri" ?
Credo, perciò anche parlo Signore, tu sai : non ti ho parlato contro di me dei miei delitti, Dio mio, e tu non hai assolto la malvagità del mio cuore ?
Non disputo con te , che sei la verità, e io non voglio ingannare me stesso,
nel timore che la mia iniquità s'inganni .
Quindi non disputo con te, perché, se ti porrai a considerare le colpe, Signore, Signore, chi reggerà?
Fonte: Confessioni I, 5,6)
S:Agostino pensieri per nutrire l'anima
"Qualunque
cosa, diversa da sé, pensi l'uomo, un oggetto che è stato fabbricato
non sarà mai simile a colui che lo ha fatto ... Dio è ineffabile, più
facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è. Pensi alla terra:
Dio non è questo!
Pensi al mare: Dio non è questo!
Pensi a tutte le cose che sono sulla terra, agli uomini e agli animali: Dio non è questo!
A tutte le cose che sono in mare o che volano in aria: Dio non è questo!
A ciò che splende nel cielo, le stelle, il sole, la luna: Dio non è questo!
Pensi al cielo: Dio non è questo!
Pensi agli angeli, alle virtù, alle potestà, agli arcangeli, ai troni, alle sedi, alle dominazioni: Dio non è questo!
E che cosa è? Questo solo ho potuto dire: ciò che non è. Mi chiedi che cosa è?
Dio non è questo!
Pensi al mare: Dio non è questo!
Pensi a tutte le cose che sono sulla terra, agli uomini e agli animali: Dio non è questo!
A tutte le cose che sono in mare o che volano in aria: Dio non è questo!
A ciò che splende nel cielo, le stelle, il sole, la luna: Dio non è questo!
Pensi al cielo: Dio non è questo!
Pensi agli angeli, alle virtù, alle potestà, agli arcangeli, ai troni, alle sedi, alle dominazioni: Dio non è questo!
E che cosa è? Questo solo ho potuto dire: ciò che non è. Mi chiedi che cosa è?
Ciò
che occhio non ha visto, né orecchio ha udito, né è penetrato nel cuore
dell'uomo. Come pretendi che salga sulla lingua ciò che non è entrato
nel cuore?"
Sant’Agostino, Esposizione sui Salmi, 85, 8-12
magazzineIl giorno del signore
Il giorno del Signore – Sant’Agostino
da quelli del Signore!
I giorni «miei»,
perché io li ho fatti miei,
inebriato da una indipendenza temeraria,
che mi ha portato ad abbandonarlo,
e siccome lui è in ogni luogo,
potente, presente ovunque,
io ho meritato il carcere,
le tenebre dell’ignoranza
e ho ai piedi le catene della mortalità.
In questi giorni che sono i miei,
io ho alzato la mia voce:
«Fa’ uscire la mia anima dalla prigione».
E nel giorno della salvezza
che egli mi ha portato,
io ho ricevuto il suo aiuto.
Il gemito dei prigionieri incatenati
è arrivato fino a lui.
In questi giorni che erano i miei,
i dolori della morte mi hanno circondato,
i pericoli dell’inferno mi sono venuti incontro.
Essi non mi avrebbero incontrato
se io non fossi andato errante
lontano da te.
Ma essi mi hanno incontrato e afferrato;
io non li vedevo
perché la mia gioia erano le delizie del mondo.
(Sant’ Agostino
magazzine
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