sabato 6 ottobre 2012



Rivelazioni che scioccano quelle di Don Mazzi
, il prete da sempre impegnato per il recupero dei tossicodipendenti. «Io abolirei i seminari minori: castrano i giovani», ha risposto sul palco della festa del Pd di Pesaro alla domanda su cosa ne pensa dei casi di pedofili nella Chiesa. «L’errore comincia nei seminari minori. La preparazione dei preti, oggi, non va più fatta nei seminari. Il seminario è un luogo che castra. È un luogo anomalo, non è un luogo naturale.


I ragazzi devono vivere una vita normale, in un contesto normale. Io, per esempio, non sono mai stato in seminario. Se fossi stato in seminario non sarei mai diventato prete». «La preparazione non va fatta nei seminari. La formula da “allevamento nel pollaio”», ha continuato, «non è al passo coi tempi. Chi vuole diventare prete, deve studiare da casa facendo di tanto in tanto verifiche con il loro Bisogna trovare un iter più aderente alla realtàper chi vuole diventare prete, cosi che fino a 19/20 anni si possa vivere anche l`aspetto affettivo e sessuale». Inutile dire che certe dichiarazioni nessuno se le sarebbe aspettate, nemmeno da Don Mazzi, da sempre considerato «un prete controcorrente». Ma, a discorso finito, il pubblico ha fatto partire un lungo applauso di supporto, come se il prete avesse dato voce a un pensiero condiviso da moltiDon Mazzi: "Aboliamo i seminari"


Avevo fame...- don Antonio Mazzi

Avevo fame, e avete inventato le tavole rotonde.
Avevo sete, e avete prodotto 250 milioni di bottiglie di spumante.
Ero nudo, e avete moltiplicato le sfilate di moda.
Ero in carcere, e avete aumentato le volanti della polizia.
Ero malato, e avete aperto le cliniche private.
Ero tossico, e avete legalizzato le droghe.
Ero moribondo sull'asfalto,
e avete tirato diritto per evitare ritardi.
Ero disoccupato, e avete elaborato le borse lavoro.
Ero un bambino, e mi avete tolto il certificato di residenza.
Ero vecchio, e avete tagliato le pensioni.
Cercavo casa, e avete aperto il mezzanino del metro.
Ero pazzo, e avete chiuso gli ospedali psichiatrici.
Volevo una comunità,

e mi avete fatto bussare ad una porta che si è aperta dopo nove mesi.
Ero orfano, cercavo un padre, una madre, e mi avete dato uno psicologo.
Mi sono impiccato e ho sentito la gente, sotto, brontolare perché avevo imbrattato il pavimento di sangue, bava ed escrementi.
Ora sono felice, tra le braccia di un Dio che mi ha amato non perché ero giusto ma perché peccatore.

(don Antonio Mazzimagazzine

Inno alla Vergine - Dante Alighieri

Vergine Madre,
figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

che io non disperi mai

Che io non disperi mai –Dag Hammaarskjold

Tu che sei al di sopra di noi,
tu che sei uno di noi,
Tu che sei
anche in noi,
che tutti ti vedano, anche in me,
che io ti prepari la strada,
che io possa render grazie per tutto ciò che mi accadrà.
Che io non dimentichi i bisogni degli altri.
Conservami nel tuo amore
come vuoi che tutti dimorino nel mio.
Possa tutto il mio essere volgersi a tua gloria
e possa io non disperare mai.
Perché io sono sotto la tua mano,
e in te è ogni forza e bontà.
Donami un cuore puro - che io possa vederti,
e un cuore umile - che io possa sentirti,
e un cuore amante - che io possa servirti,
e un cuore di fede - che io possa dimorare in te.

(Dag Hammaarskjold)
Fonte:Tracce di cammino, Base 1992, pp. 125-26.

Pietà
Il Perugino (1483-1495)




“Una leggenda ebraica racconta che ogni uomo viene sulla terra con una piccola fiammella sulla fronte, una stella accesa che gli cammina davanti. Quando due uomini si incontrano, le loro due stelle si fondono e si ravvivano, come due ceppi sul focolare. L'incontro è riserva di luce. Quando invece un uomo per molto tempo è privo di incontri, la sua stella, quella che gli splende in fronte, piano piano si appanna, si fa smorta, fino a che si spegne. E va, senza più una stella che gli cammini avanti. La nostra luce vive di incontri”. (Ermes Maria Ronchi, sacerdote e teologo
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cosa amo quando amo...




 Cosa  amo, quando amo il mio Dio - Sant'Agostino


Ciò che sento in modo certo, Signore, è che ti amo
.Folgorato al cuore da te mediante la tua parola, ti amai,
e anche il cielo e la terra e tutte le cose in essa contenute,
ecco, da ogni parte mi dicono di amarti.
Ma che amo, quando amo te?
Non una bellezza corporea, né una grazia temporale: non lo splendore della luce, così caro a questi miei occhi, non le dolci melodie delle cantilene d'ogni tono, non la fragranza dei fiori, degli unguenti e degli aromi, non la manna e il miele, non le membra accette agli amplessi della carne.
Nulla di tutto ciò amo, quando amo il mio Dio.
Eppure amo una sorta di luce e voce e odore e cibo e amplesso nell'amare il mio Dio: la luce, la voce, l'odore, il cibo, l'amplesso dell'uomo interiore che è in me, ove splende alla mia anima una luce non avvolta dallo spazio, ove risuona una voce non travolta dal tempo, ove olezza un profumo non disperso dal vento, ove è colto un sapore non attenuato dalla voracità, dove si annoda una stretta non interrotta dalla sazietà.
Questo quando, amo il mio Dio.
(Sant’Agostino)
Confessioni X, 6,8
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 La scena del Tolle lege nel giardino di Milano
BEATO ANGELICO - 1440 - 1445

Cherbourg, Francia, Museo des Beaux Arts

Bellissima questa scena della scuola dell'Angelico che descrive il momento cruciale in cui Agostino ode la voce nel giardino che lo richiama ad una vera e autentica conversione. E' la scena del Tolle lege che si svolge nella casa di Milano. Il racconto pittorico tuttavia unisce più episodi che in realtà si svolsero in tempi diversi. Sulla destra in alto si intravede un eremita (introdotto anche a Carlisle ) che si affaccia da una spelonca: è Simpliciano, che parlando con Agostino, lo ha educato alla lettura dei neoplatonici. Sulla sinistra c'è invece Alipio che osserva pensoso la scena che vede coinvolto il giovane Agostino che se ne sta seduto con la faccia fra le mani ai piedi di un fico. La struttura della scena è potente e crea un pathos palpabile che coinvolge assieme ai protagonisti dell'episodio narrato



la casa della mia anima

La casa della mia anima - Sant'Agostino

Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala dunque;
è in rovina: restaurala;
alcune cose contiene, che possono offendere la tua vista, lo ammetto e ne sono consapevole: ma chi potrà purificarla, a chi griderò, se non a te: "Purificami, Signore, dalle mie brutture ignote a me stesso, risparmia al tuo servo le brutture degli altri" ?
Credo, perciò anche parlo  Signore, tu sai : non ti ho parlato contro di me dei miei delitti, Dio mio, e tu non hai assolto la malvagità del mio cuore ?
Non disputo con te , che sei la verità, e io non voglio ingannare me stesso,
nel timore che la mia iniquità s'inganni .
Quindi non disputo con te, perché, se ti porrai a considerare le colpe, Signore, Signore, chi reggerà?

(Sant’Agostino)
Fonte: Confessioni I, 5,6)

Agostino scrive la Città di Dio
Anonimo di Martina Franca 1700-1750
Martina Franca, chiesa di sant'Agostino
La tela di autore ignoto del Settecento si trova a Martina Franca nella chiesa di S. Agostino. Questa chiesa era annessa al convento delle suore agostiniane che un tempo vi risiedevano. Attualmente l'edificio è occupato dalle suore salesiane. Il dipinto ci presenta un Agostino dall'aspetto giovanile, dalla lunga e folta barba nera, il viso che scruta estatico le profondità del cielo quasi a prendere ispirazione per scrivere il De Civitate Dei. Sullo sfondo cinque angioletti osservano la scena dando un tocco di vivacità e di serenità all'ambiente austero. Agostino tiene in mano una penna d'oca con cui verga dei fogli di un libro su cui campeggia il titolo De Civitate Dei
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se non puoi essere....

Se non puoi essere... - Martin Luter King

Se non puoi essere un pino sul monte,
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore, piccola saggina sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio.
Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere;
poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita.

(Martin Luter King)


Martin Luther King Jr. (Atlanta, 15 gennaio 1929 –Memphis, 4 aprile 1968)
E' stato un politico, attivista e pastore protestante statunitense, leader dei diritti civili.
È stato il più giovane Premio Nobel per la pace della storia, riconoscimento conferitogli nel 1964 all'età di soli trentacinque anni.
Riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera", King venne colpito da un colpo di fucile di precisione alla testa mentre era sul balcone del motel di Memphis. Trasportato al St. Joseph's Hospital, i medici constatarono un irreparabile danno cerebrale, la sua morte venne annunciata alle 19:05 del 4 aprile 1968. Sull’assassinio non è mai stata fatta chiarezza
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santuari





Santuario Madonna del Ruscello


Vallerano VT
Facciata
organo monumentale recentemente ristrutturato
La notte di Natale del 1606 fu celebrata la prima Messa solennein onore della miracolosa immagine della Madonna del Ruscello nella splendida chiesa di cui erano appena terminati i lavori di costruzione. L'edificio, che la tradizione locale vuole sia stato eretto su progetto del Vignola, sorgeva nell'immediata periferia del piccolo centro cimino.
L'opera fu realizzata dalla comunità, con l'ausilio dei membri di casa Farnese, per solennizzare il miracolo della fuoriuscita di sangue dalle labbra di una immagine dona Vergine che ornava una piccola edicola posta in prossimità del ruscello che scorre nei pressi del centro abitato.
La figura della Madonna in trono col Bambino, opera di un modestissimo artefice locale attivo agli inizi del XVI secolo, si presentava, a distanza di circa un secolo, particolarmente trascurata e molto rovinata: la piccola edicola fungeva addirittura da meta per il popolare gioco del ruzzolone, tanto che molti dei danni erano dovuti proprio ai colpi delle ruzzolo di legno che sbattevano direttamente sulla superficie dipinta.
Con la fortunata occasione della presenza a Vallerano di Stefano Menicucci, giovane pittore romano di buona fama al servizio del cardinale Odoardo Farnese, si crearono le condizioni, dietro insistenza del parroco, per procedere al restauro dell'immagine, che l'artista accettò di eseguire.
Il 5 luglio 1604 questi diede inizio ai lavori: dopo avere ben ripulito l'immagine, al momento di inserire dello stucco per risarcire una profonda screpolatura sul volto della Madonna all'altezza della bocca, avvenne l'evento miracoloso della fuoriuscita del sangue che imbrattò lo stecco, il dipinto e le mani stesse del pittore. 
La notizia del miracolo ebbe enorme ed immediata diffusione, a tal punto che nell'arco dello stesso anno giunsero numerosi pellegrini da tutti i paesi dell'areacircostante. Con la considerevole quantità di offerte lasciate dai fedeli si volle costruire un tempio sul luogo del miracolo. A tal fine il vescovo mons. Longo concesse, l'8 Agosto 1604, un'indulgenza di quaranta giorni a chi avesse trasportato gratuitamente i materiali per la costruzione e nominò una congregazione di dodici membri per l'amministrazione dell'opera.
Altri miracoli segnarono la costruzione del santuario: nel marzo 1605 durante lo scavo per le fondamenta dell'edificio, alcuni operai rimasero sepolti sotto un enorme masso che stavano spostando, uscendone miracolosamente illesi. Il 29 Settembre 1606, quando l'edicola originaria, tagliata alla base per essere portata al livello del piano del nuovo tempio, venne sollevata, cadde a terra fragorosamente rimanendo, però, perfettamente intatta così come il dipinto.
Quello della Madonna del Ruscello è divenuto nei secoli un importante santuario terapeutico: il 30 Gennaio 1684 la santaimmagine veniva solennemente incoronata e papa Innocenzo XI concesse per tale giorno una indulgenza plenaria.
La Madonna del Ruscello è ancora oggi meta continua di pellegrini sofferenti, tanto che la devozione è sfociata negli ultimi tre decenni nella celebrazione della "Giornata della Sofferenza" che vede un grande concorso di malati e dei loro accompagnatori provenienti da tutto il territorio viterbese.
Una recente proposta vuole la Madonna de] Ruscello come protettrice dei donatori di sangue.


pensieri in libertà

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P.Coelho

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leggoerifletto: Ho ancora un sogno...- Martin Luter King


Martin Luther King Jr. (Atlanta, 15 gennaio 1929 –Memphis, 4 aprile 1968)
E' stato un politico, attivista e pastore protestante statunitense, leader dei diritti civili.
È stato il più giovane Premio Nobel per la pace della storia, riconoscimento conferitogli nel 1964 all'età di soli trentacinque anni.
Riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera", King venne colpito da un colpo di fucile di precisione alla testa mentre era sul balcone del motel di Memphis. Trasportato al St. Joseph's Hospital, i medici constatarono un irreparabile danno cerebrale, la sua morte venne annunciata alle 19:05 del 4 aprile 1968. Sull’assassinio non è mai stata fatta chiarezza.
Ecco perché io ho ancora un sogno.
Ho il sogno che un giorno gli uomini si rizzeranno in piedi e si renderanno conto che sono stati creati per vivere insieme come fratelli. Questa mattina ho ancora il sogno che un giorno ogni negro nella nostra patria, ogni uomo di colore in tutto il mondo, sarà giudicato sulla base del suo carattere piuttosto che sul colore della sua pelle, e ogni uomo rispetterà la dignità ed il valore della personalità umana. Oggi ho ancora il sogno che la fraternità diventerà qualcosa di più che le poche parole alla fine di una preghiera, diventerà l'ordine del giorno di un uomo d'affari e la parola d'ordine dell'uomo di governo.
Ho ancora il sogno che un giorno la giustizia scorrerà come l'acqua e la rettitudine come una sorgente poderosa.
Ho ancora il sogno oggi che in tutti i municipi gli uomini saranno eletti per agire giustamente, per amare la misericordia e camminare umilmente accanto al loro Dio.
Ho ancora il sogno oggi che un giorno la guerra cesserà, che gli uomini muteranno le loro spade in aratri e che le nazioni non insorgeranno più contro le nazioni, e la guerra non sarà più neanche oggetto di studio.
Ho ancora il sogno che un giorno l'agnello e il leone saranno l'uno accanto all'altro e ogni uomo sederà sotto l'albero suo e non avrà più paura.
Ho ancora il sogno che un giorno ogni valle sarà innalzata e ogni montagna sarà spianata. E la gloria di Dio sarà rivelata e la carne tutta la contemplerà.
Ho ancora il sogno che con questa fede noi riusciremo a vincere la disperazione e a portare nuova luce per distruggere il pessimismo.
(Martin Luter King)
(Martin Luther King, 28 agosto 1963, Washington, discorso al Lincoln Memorial durante la marcia per lavoro e libertà)
Fonte: “La forza di amare
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