sabato 10 novembre 2012

TESTAMENTO
Mauro Marè

Me piacerebbe d'esse seppellito,
magara doppo morto, in cima a un colle,
senza la cassa, a pelle cò le zolle,
in pizzo ar mare, limpido e infinito.
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E ar posto della croce un arberello,
che sia piantato sull'istessa tera,
de limone, così che a primavera,
quanno er mare è più liscio e brillarello,

se spargerà er profumo tutt'attorno,
vieranno le farfalle cò l'ucelli
a sugamme li fiori tenerelli
e sarò alegro, giorno doppo giorno...

e allora canterò: "Fior de limone...
la vita è un soffio, un mozzico, un sospiro,
cò la morte diventerà un respiro,
un profumo, 'na brezza, 'na canzone".



Mauro Marè è nato a Roma nel 1935 ed è morto, sempre a Roma, nel 1993. Esercitava la professione di notaio. Ha vissuto sempre in stretto contatto con gli ambienti artistici e culturali della capitale non di rado stringendo amicizia con i più importanti critici e poeti. I suoi ultimi libri di poesia possono considerarsi una rivelazione, la vera novità arrivata nella poesia romanesca

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